ピアッツア・アルメリーナのヴィッラの《小狩猟図》について

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  • UNO STUDIO SULL’ICONOGRAFIA SACRIFICALE NELLA PICCOLA CACCIA DELLA VILLA DI PIAZZA ARMERINA
  • ピアッツア・アルメリーナのヴィッラの《小狩猟図》について : 犠牲式場面を中心に
  • ピアッツア ・ アルメリーナ ノ ヴィッラ ノ 《 ショウシュリョウズ 》 ニ ツイテ : ギセイ シキジョウメン オ チュウシン ニ
  • ─犠牲式場面を中心に─

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抄録

<p>Nei pressi di Piazza Armerina (Enna) sorge una sontuosa villa tardo-romana edificata nel IV secolo. La villa, spesso detta “di Piazza Armerina” dal nome del comune in cui si trova, si segnala non solo per la sua estensione (1,5 ettari), ma anche per il gran numero di pitture parietali, statue e mosaici. Fra le molte decorazioni che danno la misura dell’opulenza del proprietario, il tratto più saliente della villa sono i mosaici, notevoli per qualità artistica, composizioni figurative e ricchezza della policromia. La Piccola caccia, uno dei mosaici pavimentali più pregevoli, consiste in dodici scene, organizzate in cinque registri che si sviluppano attorno a due gruppi centrali: un sacrificio a Diana e un banchetto all’aperto. Nella scena sacrificale è raffigurato un officiante con una patera nella mano sinistra e la destra alzata sulla fiamma dell’altare. A sinistra dell’officiante compare un cacciatore che conduce un cavallo; a destra figurano un secondo cacciatore con un cavallo e un ragazzo che trattiene un cane da caccia.</p><p>Le raffigurazioni della Piccola caccia – e in particolare la scena sacrificale – saranno qui esaminate in relazione alla funzione della sala, alle fonti iconografiche e agli obiettivi perseguiti dal proprietario della villa.</p><p>Il primo elemento di cui si conduce l’analisi è il mosaico pavimentale, esaminato alla luce delle modalità di impiego della sala, con l’obiettivo di stabilire quale sia la sezione più rilevante del mosaico stesso. Secondo Andrea Carandini, l’area in questione potrebbe essere stata adibita a sala da pranzo ufficiale (triclinium), poiché la disposizione delle scene sembrerebbe corrispondere alla collocazione dei letti tricliniari. Nel triclinium erano posizionati tre letti, su ciascuno dei quali potevano trovare posto tre ospiti: il lectus imus era destinato alla famiglia ospitante; il lectus medius era riservato ad ospiti particolarmente illustri; gli ospiti ordinari, infine, trovavano posto sul lectus summus. Secondo la proposta di Carandini, la scena sacrificale sembra essere la porzione di mosaico più visibile al padrone di casa e all’ospite d’onore e questa sembrerebbe dunque la parte principale della composizione.</p><p>La seconda parte dello studio si propone di individuare le fonti iconografiche della scena sacrificale, che appare sostanzialmente modellata sul sacrificio a Diana rappresentato in uno degli otto tondi adrianei inclusi nell’arco di Costantino. Questa proposta è fondata su tre argomenti: in primo luogo, la dimostrazione delle affinità esistenti nelle caratteristiche iconografiche condivise dalle due opere; in seguito, la considerazione che i tondi adrianei erano esposti pubblicamente a Roma nel periodo in cui fu edificata la villa: si può dunque ipotizzare che gli autori del mosaico li conoscessero attraverso campionari, bozzetti oppure visite sul posto. Infine, la scoperta di un’analoga raffigurazione sacrificale a Lillebonne (Alta Normandia), in cui la firma apposta sul mosaico indica che l’artista e l’apprendista che lo hanno eseguito provenivano da Pozzuoli. In altre parole, il mosaico di Lillebonne documenta la diffusione di un motivo iconografico sacrificale dal centro dell’Italia alla periferia dell’Impero. Si tratta perciò di una situazione assimilabile a quella della villa di Piazza Armerina, dove sembrerebbe aver trovato impiego un motivo iconografico proveniente da Roma.</p><p>Nell’ultima sezione ci si interroga sulle ragioni che potrebbero aver indotto il proprietario della villa (probabilmente Proculo Populonio) a commissionare la Piccola caccia. Per quanto concerne l’identità del proprietario, sono stati individuati numerosi candidati: Massimiano, Massenzio, Betizio Perpetuo Arzigio, Domizio Latroniano, Domizio Zenofilo, C. Celio Censorino, Proculo Populonio, ecc., ma il recente studio</p><p>(View PDF for the rest of the abstract.)</p>

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